Il prato da lontano

Sono molti anni che lavoro sui sogni delle persone, sogni intesi come aspirazioni, progetti di vita, cambiamenti desiderati fortemente, e c’è una cosa che ho imparato molto bene a riguardo:

I sogni realizzati sono il frutto di una contaminazione, di un lavoro non necessariamente duro, ma quasi sempre anche sporco.

E quello che ho notato è che tanti di noi non vogliono “macchiare” il proprio sogno per paura di vedere evaporare la purezza di cui, da lontano, sembra godere.

 

Sto parlando dell’effetto “prato da lontano”.

Forse ti sarà capitato, almeno una volta, di vedere un prato da lontano, di percepirlo come un tappeto di velluto verde, di voler a tutti i costi raggiungerlo, toglierti le scarpe e rotolarti su quell’erba così perfetta e soffice da passarci ore interminabili a godertela.

Poi, un giorno quel prato lo raggiungi davvero.

Ci sei finalmente sopra.

Ci cammini e scopri che non è proprio di velluto.

Magari devi stendere un telo per evitare di bagnarti i pantaloni perché l’umidità o la pioggia hanno reso il terreno bagnato.

Anzi, in alcuni tratti è leggermente fangoso.

Ma non c’è problema, ti adatti, e mentre cominci a goderti il leggero vento e il cielo terso, ecco che nelle orecchie ti giunge il ronzio di qualche insetto che ti fa sobbalzare.

Sarà una mosca? Un’ape? O magari qualcosa di peggio che ti pungerà da qualche parte non appena chiuderai gli occhi?

Nel frattempo, mentre ti assicuri che la minaccia ronzante si sia allontanata, ti accorgi che sul telo è arrivata compagnia.

Un ragno sta puntando dritto verso i tuoi piedi nudi.

Rimetti le scarpe, provi a leggere e a immergerti nella pace della natura ma da lontano il rumore di un trattore rompe il silenzio.

E quest’odore di vacche al pascolo non lo senti anche tu?

Alla prossima “rottura” sai già come andrà a finire. Ti alzerai, ripiegherai il telo alla buona (non sia mai ti saltasse qualche altra bestia addosso), e te ne tornerai a casa.

Forse meglio la spiaggia (però posso far diventare un incubo anche quella, se vuoi 🙂 )

Mettiamola così, un po’ ho esagerato.

Ma neanche tanto.

Sicuramente la piccola Heidi dei cartoni animati non sarà d’accordo, ma non sempre starsene stesi su un prato è un’esperienza di pace e serenità.

La stessa cosa avviene con i nostri sogni.
Quando li guardiamo da lontano, sembrano così puri, perfetti, nostri.
Vere e proprie isole di felicità.

Poi, man mano che ti avvicini emerge la vera natura di quella realtà così idealizzata da cambiare completamente la tua percezione di essa.

 Emergono le difficoltà, i retrogusti amari, le fatiche necessarie.

Ma se desideri passare da un sogno idealizzato a un sogno realizzato, non c’è un modo per non sporcarsi le mani e non c’è un modo per non sporcare il sogno stesso.

È necessario guardare il sogno da vicino, starci dentro, annusarlo, toccarlo. Accorgersi che magari non è proprio così come lo avevamo immaginato. Che alcune cose sono totalmente differenti nella realtà.

D’altronde, questo accade in ogni ambito della nostra vita.

Ci si innamora perché si idealizza qualcuno e lo si trova perfetto per noi. Ma si ama nel momento in cui si accoglie anche tutto ciò che da vicino, non è così perfetto come ce lo eravamo immaginato.

Almeno fino a un certo punto, ovviamente.

Ora, nessuno ti vieta di guardare i tuoi sogni solo da lontano, ma se senti di voler seguire una strada nella tua vita preparati a sporcarti le mani.

Saranno mani sporche di sogno, mani callose di chi ha scelto di lavorare duro per far in modo che la sua vita possa prendere la forma che desidera. O quella più somigliante possibile a quella immaginata.

Domanda

che cosa ti impedisce, dal tuo punto di vista, di cominciare a sporcarti le mani con il tuo sogno?

Angelo Ricci

“Ho visto sogni che voi umani potreste realizzare”.

Posted on 18 Novembre 2019 in Blog

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