La trappola delle “mille partenze”

Me lo sono chiesto spesso in passato.
Chissà come sarebbe vivere la vita soltanto di incipit, di slanci, di euforie, di innamoramenti.

Ho pensato alle prime volte. Alle partenze, agli innamoramenti, ai propositi buoni e convinti di un capodanno. Alle promesse di chi è abituato a promettere senza mantenere.

Ho pensato a chi ricomincia sempre fino a diventare prigioniero dei nuovi inizi.

Ho immaginato muscoli deboli e felicità occasionali, l’impossibilità di allontanarsi, di esplorare, di conoscersi. Tante superfici e nessun fondale. L’assenza dell’oltre. La fragilità nei rapporti con l’altro. E poi nessun dopo.

Nessun approdo. Nessun grande sogno inseguito davvero e poi realizzato.

Perché sognare soltanto, anche in grande, non basterà mai.

Nella stessa misura in cui non basterà mai continuare a innamorarsi di persone diverse.

Perché l’innamoramento è il principio di una combustione.

L’innamoramento è come un’idea, un’intuizione, una visione da perseguire, un progetto da mettere a terra.

Ma per andare oltre, in una relazione così come in un progetto di qualunque tipo, non basta l’euforia né la reazione fisiologica del momento, perché quelle sono destinate ad attenuarsi.

Per andare oltre è necessaria una presa di consapevolezza, una lucidità che possa dare vigore e struttura alla passione, una serie di azioni che traccino un percorso o che mettano ogni giorno un mattone sopra un altro.

E io non trovo nessun’altra parola che possa rappresentare questo concetto se non la parola Amore.

Perché è vero che anche l’amore, come l’innamoramento è una risposta, ma è una risposta consapevole.

Amare richiede sforzo. Impegno. Curiosità. Pazienza. Capacità di restare focalizzati su una cosa soltanto senza lasciarsi distrarre.

Amare è scegliere

È dedicarsi.

È camminare, attraversare, stancarsi.

È maturare, costruire, conoscere.

Amare è Oltre.

Se innamorarsi è salpare, amare è prendere il largo ed essere disposti ad affrontare le tempeste.

Ad affrontare quel mare e quello soltanto.

Se innamorarsi è concepire o piantare un seme, amare è prendersi cura. Custodire.

È tornare a visitare ogni giorno la terra su cui hai scelto di investire. Tornare ogni giorno.

Perché tornando ogni giorno permetti a quel posto, progetto, amore di diventare parte di te, di diventare un po’ casa, porto sicuro, stazione d’arrivo.

Perché su quella terra vuoi chinarti ancora a vedere i semi che germogliano, le foglie spuntare, l’effetto del sole e dell’acqua.

La ricompensa di una costanza.

L’innamoramento è accendere il cerino.

L’amore è uscire fuori a spaccare legna, caricarla sul furgone, tornare a casa e non perdere mai per troppo tempo il contatto con il fuoco affinché non si spenga. 

Così, dopo queste mie parole mi viene solo da farti una domanda:

a quale “fuoco” senti di voler dedicarti davvero?

Perché, per uscire dalla trappola delle continue partenze, forse è il caso di lasciare che qualche fiamma si spenga e che tu scelga bene, in questo momento, quale fuoco desideri davvero alimentare. 

A quale sogno, amore, idea o progetto credi di poter dare finalmente tutto il cuore che hai?

Tutto l’amore che puoi?

Angelo Ricci

“Ho visto sogni che voi umani potreste realizzare”.

Posted on 18 Novembre 2019 in Blog

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